martedì 2 luglio 2013

Un video per approfondire

Ken Robinson in questo video , parla del pensiero divergente e della necessità di ripensare il sistema scolastico.


Riflessioni e conferme


Mi ha fatto molto piacere leggere questo post; è stata la conferma delle riflessioni che ho espresso nella mia relazione finale di Funzione Strumentale................

La scuola digitale funziona. Se i prof ripensano la didattica

"Si fa un gran parlare di tablet, Lim, scuola digitale: ma a cosa servono, oltre al copia/incolla e a qualche “effetto speciale”  tanto graditi agli studenti ? Qualche giorno fa un quotidiano ha pubblicato la lettera di un insegnante di latino e greco: per le mie materie le nuove tecnologie sono inutili, sostiene il prof. E’ davvero così?  Oggi riprendiamo il discorso perché è stato appena presentato il progetto Smart Future: a partire dal prossimo anno scolastico ed entro il 2015, Samsung realizzerà classi digitali in 300 scuole italiane, le prime 50 già entro la fine di quest’anno. A seguire il percorso di formazione degli insegnanti e a occuparsi dei contenuti sarà un Advisory Board  formato da esperti del settore come Dianora Bardi, fondatore del Centro studi Impara digitale e prof di Lettere al liceo Lussana di Bergamo. “Se la tecnologia è solo uno strumento per prendere appunti rapidamente o viene usata per gli e-book allora sono d’accordo: non serve a niente” è la provocazione. “Se il prof fa la sua solita spiegazione dalla cattedra per due ore, i ragazzi usano il tablet per giocare”.

Ma un’altra possibilità c’è.  A patto che i prof si mettano in gioco, rinuncino alla didattica frontale e affrontino i ragazzi in un’ottica completamente diversa: “puntando sulla condivisione, sul lavoro in team, sull’esperienza laboratoriale, sulla multidisciplinarietà” suggerisce la professoressa Bardi. Significa ricominciare da capo, con una nuova sfida.
“Il primo passo è che tutti i docenti devono essere d’accordo, perché i contenuti diventano multidisciplinari. All’inizio dell’anno scolastico si fa un progetto che va condiviso. Un esempio: studiamo il viaggio. Io parlo del viaggio di Ulisse, il collega di geografia del Mediterraneo, quello di scienze parla del mare o del clima, gli insegnanti di inglese e di arte sono coinvolti anche loro. Ai ragazzi diamo le chiavi per interpretare le fonti, sia cartacee, sia digitali, e li seguiamo passo dopo passo nell’elaborazione dei contenuti, che vengono poi messi a disposizione nel cloud. Ovviamente il copia/incolla è vietato”. Se i ragazzi devono rinunciare a prendere pari pari le notizie da wikipedia, ai prof è chiesto di rinunciare a star seduti. “Bisogna stare accanto agli studenti. Aiutarli nella condivisione. Così i più forti possono aiutare i più deboli. A casa, si continua  a lavorare nello stesso modo, in gruppo. Un’esperienza di apprendimento che sarà utile poi a tutti quando entreranno nel mondo del lavoro”. I gruppi di studio man mano cambiano, si mescolano a seconda degli argomenti.
Il dubbio è: i contenuti? Con questa didattica più interessante, ma indubbiamente più complessa, si riesce comunque a finire il programma, incubo degli insegnanti? Non è che, una volta esaurito il tema viaggio, non si ha più tempo per il resto?
“I contenuti tradizionali vengono salvaguardati e il programma è seguito” è la tranquillizzante risposta della prof. Bardi. ” Certo, studiare Leopardi con il metodo tradizionale è facile; più difficile è trovare e interpretare fonti diverse. Ma l’anno scorso qui al Lussana hanno svolto l’esame di maturità i primi ragazzi che avevano studiato in una classe digitale. L’esame è stato tradizionale, ovviamente: gli studenti sono usciti benissimo, con una media molto alta. E ora sono più pronti ad affrontare il mondo che li aspetta”.
Il nodo, dunque, è la formazione (e la disponibilità al nuovo) degli insegnanti. Secondo il programma di Smart Future, ci sarà una fase indispensabile di training dei docenti, per avviarli alla nuova metodologia didattica. In vista dell’obiettivo finale: “Offrire agli studenti un’istruzione allineata agli standard degli altri Paesi” dice Luca Danovaro, corporate marketing director Samsung Electronics Italia, “per cogliere nuove opportunità di lavoro in un mondo sempre più competitivo”

domenica 17 febbraio 2013

LAVORARE CON LA LIM seconda parte



La LIM è lideale per la didattica cooperativa. Se si vogliono sfruttare sul serio le potenzialità della LIM, è necessario fare uno sforzo e iniziare a proporre lavori in piccolo gruppo. Assegnare a ciascun gruppo un compito, oppure dare a tutti la stessa consegna. Una delle principali funzioni della LIM è proprio la gestione del lavoro in gruppo e la possibilità di lavorare a vari livelli, con vari materiali e con vari canali comunicativi. Non bisognerà aspettarsi subito grandi risultati. Lavorare insieme è molto più difficile che lavorare da soli e sarà necessario imparare a gestire molto meglio la situazione in classe. La LIM darà una mano, ma lesperienza dellinsegnante e degli alunni conterà molto di più. Il lavorare in gruppo deve essere unabitudine costante. Se lo si propone una volta a semestre, grandi vantaggi non ne ricaveranno né linsegnante né gli studenti. Quando si lavora in gruppi si deve far nominare a ciascuno di essi un portavoce che riporti sulla LIM le diverse fasi del lavoro e organizzare prima gli spazi sulle pagine alla lavagna, in modo che ci sia ordine e che sia immediatamente percepibile quale gruppo ha fatto che cosa.
La LIM è lideale per la didattica metacognitiva. Sotto molti aspetti il lavoro in classe con la LIM permette di sfruttare e attivare i processi di riflessione e di metacognizione degli alunni. Già la sola possibilità di avere sempre a disposizione lo storico delle fasi di lavoro è un grande incentivo alla riflessione man mano che il lavoro procede, così come lo è anche la possibilità di registrare lavanzamento del lavoro. Con la LIM è più facile il recupero delle informazioni già possedute e affrontate nel corso delle lezioni precedenti, per poter avanzare nel lavoro, ma anche per riflettere su quanto fatto.

Il troppo distrae (e alla lunga annoia), il vuoto spaventa. Multimediale e interattivo non significano tutto insieme in una pagina: mille immagini, animazioni, video, suoni e pulsanti da cliccare. Tu ti diverti quando li crei, ma gli studenti si annoiano mortalmente a vederli e il carico cognitivo risulterà troppo elevato per essere retto e trasformarsi in apprendimento.
 Troppa multimedialitá distrae e rende inefficace il contenuto; non mettere più di due fonti diverse di comunicazione in una pagina (immagini, testo, audio, video). Non mettere venti righe di testo in una presentazione di un argomento didattico, a meno che tu non stia lavorando sullanalisi del testo. Se vuoi dare un lungo testo scritto agli studenti,e lo visualizzi sulla LIM suddividilo in paragrafi nelle varie pagine e fallo solo se hai intenzione di lavorarci in qualche modo in classe. Non ti scordare che tutte le altre tecnologie (anche il libro!) continuano a esistere dopo larrivo della LIM. Cè una scienza che si chiama «instructional design» che tratta tutto ciò.  
P.S.Non ti vergognare di chiedere aiuto agli studenti per risolvere problemi.

martedì 12 febbraio 2013

USARE LA LIM

Alcune colleghe mi hanno chiesto come usare la Lim in classe. Prima di vedere i siti che permettono di scaricare alcune UDA(nel gergo della LIM flipchart),mi sembra interessante leggere queste riflessioni sull'uso e le potenzialità della LIM.

(da F. Zambotti, Per un uso metodologicamente consapevole e inclusivo della LIM, «Difficoltà di apprendimento», vol. 16, n. 2, pp. 211-220)
 Prima parte
Che si tratti di utilizzare video, filmati o materiali didattici costruiti ad hoc con i software della lavagna è importante non dimenticare i principi della comunicazione multimediale e l’esistenza di specifici limiti nel sistema cognitivo umano. Utilizzare in maniera impropria la multimedialità, come pure privilegiare risorse caratterizzate da un’elevata interattività, può portare a un coinvolgimento tanto temporaneo quanto effimero. Per rendere produttivo il lavoro cognitivo dello studente è necessario scegliere con cura le immagini, le parole e i modi di presentare i concetti affinché il carico cognitivo sia indirizzato alla comprensione di ciò che è al centro dell’obiettivo conoscitivo, invece che distratto o artificiosamente aggravato. Una risorsa anche semplice, se gestita correttamente, può fornire significativi risultati laddove, invece, la sovrabbondanza di stimoli potrebbe addirittura pregiudicare l’apprendimento.
 Analogamente,nei ritmi e nelle modalità espositive è necessario che l’insegnante faccia attenzione  affinché questa tecnologia possa apportare valore aggiunto; questo sta proprio nella capacità dell’insegnante di integrare con naturalezza tre componenti: la padronanza tecnologica, i contenuti e la competenza delle modalità utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non esistono rapporti deterministici tra tecnologie e apprendimento: in taluni contesti le tecnologie risultano «inconsistenti», in altri persino fuorvianti o dispersive, in altri invece possono offrire delle opportunità per facilitare determinati apprendimenti. È il contesto educativo che deve sviluppare la capacità di afferrare le potenzialità «del mezzo» e trasporle in maniera da renderle utili al perseguimento degli obiettivi di apprendimento.
La LIM è un’opportunità e una sfida per i docenti.perché permette di gestire il lavoro in aula in maniera più efficiente; consente di mettere Un’ opportunità a disposizione degli alunni : materiali didattici multimediali e interattivi, che attivano le competenze proprie e degli allievi, utilizzando innumerevoli fonti e risorse digitali.
È una sfida perché costringe a far entrare nella scuola l’uso di linguaggi nuovi e nuove risorse per rendere ancora più efficace l’azione di insegnamento, provando nuove soluzioni, sbagliando, modificando setting già utilizzati, mettendosi in gioco insieme agli studenti. 



 La LIM è una risorsa nelle mani degli studenti. Alla LIM ci si va individualmente, in piccolo o in grande gruppo, per elaborare una consegna, per azzardare ipotesi o per tirare le fila di fasi di lavoro svolte in maniera cooperativa al banco, ai computer o nei laboratori di informatica. Alla lavagna non si va più solo per l’interrogazione: ci si va per mettere in gioco le proprie abilità e le proprie conoscenze, anche informatiche, per condividerle con i compagni e con i docenti, per aiutare e per raggiungere gli obiettivi prefissati. Se gli studenti diventano il pubblico, gli spettatori di quanto accade sulla LIM, avremo sprecato ancora una volta la possibilità di innovare la didattica.
La LIM è un ambiente di apprendimento. È uno spazio dinamico che si apre verso il Web, ma che, allo stesso tempo, si amplia verso la classe, i banchi e le pareti. Uno spazio in cui ci si muove, si ragiona e si fa scuola, si insegna e si apprende insieme, ciascuno secondo le proprie risorse e i propri limiti. Con la LIM in classe si incentivano processi di apprendimento che vanno dal lavoro al banco al lavoro alla lavagna, fino al lavoro a casa, facendo rimbalzare gli stimoli avanti e indietro, in modo che acquistino man mano significato. La LIM non cancella tutte le altre tecnologie e risorse, anche le più tradizionali, ma le integra in uno spazio comune di lavoro a disposizione della classe.
La LIM è al servizio di chi ha curiosità e passione. La LIM è straordinariamente potente nel far nascere e soddisfare curiosità tra gli studenti, a patto che li si lasci liberi di indagare e sperimentare, mettendoli al centro del processo di apprendimento.
La LIM è una scelta d’uso che ogni insegnante decide di fare, in un modo individualizzato. Nessuno costringe un insegnante a usare la LIM, piuttosto che altre risorse o altri strumenti. Non esiste un unico modo positivo di utilizzarla, ma, come tutte le risorse, è necessario trovare la propria modalità per renderne efficace l’uso in classe. 
Ciascuno di noi ha una propria storia, un proprio bagaglio di esperienze professionali e di competenze, ma anche un proprio modo di stare in classe, di interloquire con gli studenti e con i contenuti disciplinari. Non bisogna pensare che la LIM sia estranea a tutto questo. È necessario trovare le applicazioni e le funzioni che si ritengono più utili per i propri scopi, iniziare a usarle e lasciare stare le altre. Non bisogna pensare di rivoluzionare completamente il proprio modo di stare in classe, solo grazie alla LIM, dall’oggi al domani. Probabilmente non ne saremmo capaci, non lo vorremmo nemmeno e gli studenti ne sarebbero disorientati. È necessario iniziare pian piano provando le cose che sembrano più semplici e adatte e non esagerare con i tempi; non è necessario usare sempre la LIM in ogni lezione. Cerchiamo di usarla quando serve e iniziamo ad aggiungere cose nuove solo quando ci sentiamo sicuri delle prime.

lunedì 28 gennaio 2013

RIDURRE LA DIMENSIONE DELLE FOTO

Molte  colleghe mi hanno chiesto ,spesso, come inviare foto velocemente senza intasare la casella di posta. La compressione delle foto è necessaria anche quando inseriamo immagini all'interno di un lavoro multimediale,poichè se volessimo condividerlo in Internet la sua pesantezza potrebbe pregiudicare la visualizzazione. Analizziamo due semplici software

Soluzione 1  PICTURE MANAGER
  1.  All'interno del pacchetto Office si trova un programmino molto semplice Picture Manager. Per utilizzarlo basta scegliere una foto dal nostro pc e con il tasto destro cliccare sopra l'opzione     Apri con.......tra la lista dei programmi fare clic su Microsoft Office Picture Manager
2.       Osservate bene la schermata che si aprirà...contiene molte opzioni.Quella che ci interessa è posta sulla barra superiore alla voce Modifica Immagine. Fate clic


3.    Dopo il clic si aprirà,a destra, una barra contenente molte voci; quella che momentaneamente ci interessa è Comprimi Immagine
Come noterete le opzioni di compressione sono 4
  • Non comprimere
  • Documenti
  • Pagine web
  • Messaggi di posta elettronica
Le opzioni che ci interessano sono le ultime due. Provando vi renderete conto che la foto si rimpicciolisce e perde un po' della sua qualità,ma noterete anche che la sua estensione si riduce notevolmente: Questo significa che è sensibilmente più "leggera" .



4. A questo punto non ci resta che chiudere il programma salvando l'immagine.

Ora potete tranquillamente allegare la vostra immagine per e mail. Il suo invio e la sua ricezione saranno velocissimi.




lunedì 21 gennaio 2013

CREARE IL LIBRO

Nella prima schermata che si apre all'avvio con doppio clic del programma, apparirà una finestra con tre opzioni;per iniziare il lavoro sceglieremo la seconda INIZIA UN NUOVO PROGETTO

La seconda schermata ci presenterà tutte le informazioni che sarà necessario inserire per la creazione dell'ebook. Considerate che il titolo del libro non si potrà modificare successivamente,quindi prestate molta attenzione ad inserire il titolo definitivo.Si potranno,invece, modificare in seguito, il numero delle pagine,lo sfondo,il colore della copertina e così via. Dopo aver inserito tutti i parametri non ci resta che fare clic su Crea.

Facendo clic sulla copertina il libro si aprirà e sarà pronto pe l'inserimento dei contenuti.



martedì 8 gennaio 2013

Predisporre i materiali





Prima di realizzare un ebook con i bambini, è necessario avere ben chiaro il progetto che si intende realizzare.
Il nostro ebook multimediale sarà composto da testi e immagini, video ecc..., tutto il materiale andrà salvato sulla cartella del libro stesso.
I passi da seguire sono i seguenti:
  • Realizzare un progetto cartaceo che tenga conto del Titolo, del numero delle pagine necessarie(che comunque potranno essere aggiunte o tolte successivamente) e dei capitoli che intendiamo creare.
  • In Didapages i testi si possono scrivere direttamente all'interno dell'ebook o possono essere scritti con un programma di videoscrittura (Word o Writer) e poi copiati e incollati( per questa ragione vanno salvati in file doc o .txt);
  • Le immagini vanno salvate in formato .jpg e se la loro dimensione è eccessiva è meglio ridurle con il software Picture Manager o ad esempio Fotosizer,programma gratuito e leggero scaricabile da Internet;
  • I file audio vanno salvati in formato mp3 e i video in formato FLV.
Queste sono le operazioni preliminari da compiere prima di iniziare a lavorare.
Il software Didapages in Italiano può essere scaricato a questo indirizzo: